Più di una processione in pandemia

Cosa
hanno in comune un paese di 9.000 abitanti, Fontaniva, situato nel cuore della pianura veneta, attraversato dal fiume Brenta, e Bertrando, un beato tedesco, morto 800 anni fa?

Niente e tantissimo!

Processione del Beato Bertrando, con i trattori, a Fontaniva (Veneto).

Sì, perché il “beato” (lui, il tale Bertrando), si trovò a morire proprio a Fontaniva, mentre si stava recando a Roma come “pellegrino della carità”. E da allora, gli abitanti del paese veneto si sono incontrati, ogni anno, per celebrare, uniti nel nome del Beato.

A celebrare l’anniversario della morte di Bertrando? Sì, ma non solo! A celebrare anche l’arrivo della primavera, a ringraziare Dio e la terra per i prossimi raccolti, a celebrare la vita e sentirsi insieme parte di una comunità, appartenenti alla stessa famiglia, con antiche radici comuni.

A celebrare, in definitiva, la propria identità, immutata nella sua essenza, attraverso i secoli!

Prova di ciò è stata la processione avvenuta il 1° marzo, festa del Beato, che si è celebrata, come ogni anno, nonostante la pandemia, grazie alla grande creatività della gente.

Il protocollo sanitario metteva forti costrizioni ad ogni tipo di manifestazione pubblica. E  allora… cosa fare?

Chiesa di Fontaniva, risalente al 1642.

Per la gente di Fontaniva, tutto si poteva fermare, ma non la processione del Beato Bertrando, e men che meno nell’anniversario dell’ottavo centenario della morte di chi li ha tenuti uniti per ben 8 secoli.

E così il paese veneto si è risvegliato, lo scorso 1° marzo, invaso da una processione di … trattori! Un’idea geniale che rispettava il rigido protocollo anti COVID, ma, allo stesso tempo, salvava l’importante appuntamento per i Fontanivesi.

Ho riflettuto su questo evento, a un primo acchito di poca importanza e che riguarda soltanto un piccolo paese del nord Italia. Eppure, sono arrivato alla conclusione che, esso, tutt’altro che piccolo, assume grande rilevanza e lancia un importante messaggio.

La gente di Fontaniva, in piena coscienza o solo per istinto arcano, ha saputo salvaguardare un evento che va ben oltre il fatto religioso. La gente di Fontaniva, credenti e non credenti, e, a differenza, purtroppo, di altri paesi europei, sa dove affondano le sue radici. La gente di Fontaniva è consapevole dei legami con la propria terra, rispettosa dei suoi tempi, nell’abbondanza e nella carestia. La gente di Fontaniva sa ancora celebrare la vita insieme, e riconoscersi, in nome di un beato tedesco, parte della stessa grande famiglia, superando, almeno in quel giorno, le divisioni e i conflitti avvenuti durante l’anno.

Il detto spagnolo, che in italiano suona “paese piccolo, inferno grande”, per Fontaniva il 1° marzo non conta.

Applausi allora, ai Fontanivesi che non rinnegano le proprie radici culturali cristiane, che difendono con orgoglio e semplicità la propria identità, e che, pur senza proporselo, lanciano all’Europa, spesso smarrita, un bel messaggio, attuale e opportuno.

Gustavo E. Clariá

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Pubblicato da Gustavo Clariá

Nato a Córdoba, Argentina, nonno piemontese, economista, comunicatore, scrittore. Ho vissuto la metà della mia vita in Europa (Italia in particolare) e l'altra in America Latina. Giramondo, aperto alla conoscenza di altre culture. L'unità, nel rispetto della diversità, della famiglia umana, è il mio orizzonte. Cerco, quindi, di vivere la mia giornata "costruendo rapporti" di concordia e di unità. Il mio contributo alla pace.

27 Risposte a “Più di una processione in pandemia”

  1. Que idea genial tuvieron los habitantes de fontaniva para demostrar su fe a pesar de los protocolos sanitarios que impone el gobierno . Gracias x compartir

  2. ¡¡ Gracias por hacerme conocer Fontaniva!!
    Es un faro en este tiempo oscuro y tempestuoso que nos toca vivir.
    Desde su pequeñez se anima a enfrentar la amenaza de desaparición que sufren hoy las minorías culturales, valorando la vida y resistiendo toda consideración de descarte, y sobre todo haciendo frente al peor virus, el individualismo aislante que nos hace perder de vista el valor de la comunidad.
    El Beato Bertrando parece haberse quedado allí como la estrella en Belén, para mostrarnos que es posible construir una cultura de Paz.

  3. Bellissimo! Un ottimo articolo, in tempo di pandemia e restrizioni è una trovata geniale per stare insieme e celebrare qualcosa! Oltre che di filosofia i tuoi articoli sono pieni di genio!! Che grande! 😁👍

  4. Gracias Gustavo..que lindo las creatividad..acompañada de la voluntades de pequeña Ciudad ..un ejemplo de sus tradiciones..Ah si pudieran mandarnos uno de los tractores!!! Jajaja😄😄🙋‍♂️👍

  5. Bello Gustavo. Qui in Brasile nom possiamo piú fare una processione in Pandemia. Os bispos, padres e todo povo Cristão clamam a Deus, estamos no primeiro rang mundial da Pandemia.

  6. Qué hermoso artículo y cómo reconocen su identidad cultural, sus orígenes valioso este pueblo y aplauso al autor del artículo por seguir enseñando la importancia de construir relaciones de unidad

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