Quando manca l’empatia

Durante
la giornata e lungo la vita nascono delle relazioni in sintonia perfetta, o quasi. Sono dei regali che arrivano senza tante spiegazioni: semplicemente arrivano! Ci si sintonizza a “prima vista”, e dai canali di empatia reciproca fluiscono questi rapporti che ci accompagnano sempre, rallegrandoci la vita. Non bisogna sforzarsi per costruire un rapporto empatico, nemmeno impegnarsi troppo per mantenerlo vivo (anche se occorre nutrirlo); è sempre lì a disposizione, senza dover spiegare nulla, o quasi.

Segnale Stradale, Nota, DirezioneCi sono, perfino, degli incontri “casuali” che di casuale non hanno proprio niente. Si dice, infatti, che  la parola “caso” o “casuale”, letta alla rovescia, in ebraico, ha il significato di “ricamo”; e il ricamo presuppone qualcuno che l’abbia fatto.

Lungo la mia vita ho sperimentato alcuni di questi incontri “casuali” che, nel tempo, ho scoperto che facevano parte del “ricamo” e che dietro c’era il Ricamatore. Questi rapporti, questi incontri, queste persone (perché di esse si tratta) erano e sono parte di un disegno (o “ricamo”). Qualcuno me li ha messi davanti nella vita, non li ho incrociati per caso, oppure se così è stato, lo è stato secondo il senso ebraico della parola letta alla rovescia. Quelle persone sono parte di me, le porto con me, camminiamo insieme lungo questo pianeta. E, alla fine della strada, non arriverò da solo. Anche loro saranno con me e così potrò rispondere alla domanda: “Dov’è tuo fratello?” (Gen 4,9). E loro saranno lì, al mio fianco.

Ma chi non ha trovato o trova, ogni giorno, delle persone con le quali c’è zero empatia? Delle persone con le quali, non solo, non si riesce a sintonizzare, piuttosto avviene tutto l’opposto. Sono loro  anche “un caso”? Semplice incompatibilità di caratteri, di cultura, di personalità? Oppure, anche loro sono parte del “ricamo”?

Per chi vuole vivere, come nel mio caso, per la fratellanza universale, cercando di costruire dei rapporti positivi nel quotidiano, non considerare queste persone per la difficoltà che implica il doverle affrontare, sarebbe certo una sconfitta. Un rapporto presuppone almeno due individui. La mancanza di empatia che io percepisco, sicuramente è reciproca, per cui io sono un peso per l’altra persona, nello stesso modo in cui lei lo è per me.

Poco fa mi è capitato e, ovviamente, non è la prima né l’ultima volta che mi è successo e che mi succederà: ho avuto una contrarietà con una di queste persone. Il fatto è che, così come nelle relazioni empatiche qualsiasi cosa che fai o dici, l’altra parte l’accoglie in un senso positivo, con i rapporti senza empatia succede proprio l’opposto. Per quanto ti sforzi di fare ciò che immagini che possa piacere all’altro, il più delle volte (anche quando ce la metti tutta) questo viene percepito in maniera negativa o, quanto meno, con qualche cosa da correggere. Le opzioni, allora, sembrerebbero due: evitare il più possibile ogni contatto con queste persone; o catalogarle come dei “rapporti difficili” (sono loro e non io la difficoltà) e voltare pagina. Ambedue le opzioni, per chi aspira a un mondo più unito e solidale, sono un fallimento.

https://cdn.pixabay.com/photo/2015/05/25/04/34/hand-782688__480.jpgPer questo io scelgo una terza opzione: scelgo che nessuno mi passi accanto senza un perché. Scelgo che TUTTE le persone, senza eccezioni, fanno parte del famoso “ricamo”; e che per TUTTE dovrò rispondere all’esigente domanda che mi sarà rivolta alla fine della strada. E se, per le prime, ringrazierò Dio per avermi rallegrato la vita con questi rapporti facili e amichevoli, per le seconde dovrò alzare il volume della voce perché si ascolti forte il mio “Grazie”. Sì, perché sono soprattutto queste le relazioni che interpellano il mio “io” e che lo fanno crescere.

Una ricetta che mi sta funzionando in questi casi: chiarirsi prima possibile, chiedere perdono (anche quando penso che lo dovrebbe fare l’altro) e ricominciare subito. Non facile, ma semplice ed efficace! E non mi sorprendo quando proprio una di queste “relazioni difficili” diventa un’amicizia duratura. Anche questo mi è successo e mi auguro che capiti ancora.

Gustavo E. Clariá

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Pubblicato da Gustavo Clariá

Nato a Córdoba, Argentina, nonno piemontese, economista, comunicatore, scrittore. Ho vissuto la metà della mia vita in Europa (Italia in particolare) e l'altra in America Latina. Giramondo, aperto alla conoscenza di altre culture. L'unità, nel rispetto della diversità, della famiglia umana, è il mio orizzonte. Cerco, quindi, di vivere la mia giornata "costruendo rapporti" di concordia e di unità. Il mio contributo alla pace.

41 Risposte a “Quando manca l’empatia”

  1. Muy bueno!!!! Es increíble lo que sucede con la empatía….. para mí, y me sucede sin.. pensarlo o programarlo…cuando tenes conexión con el otro. Eso es empatía. 😍👍👍💗

  2. Ciao Giov, sono in pausa lavoro e ogni volta che rileggo i tuoi blog mi appaiono sempre pi} belli. Bellissimo il chiedere scusa anche quando non tocca a noi, ´una ginnastica dura … Ges} lo ha fatto prima di noi perdonando chi lo aveva messo in croce!!!

  3. Gustavo querido, esta vez me diste duro … como dicen por aquí. Es lo que me está pasando en estos días … Leer tu blog me anima a hacer violencia conta mí mismo y buscar una ocasión para retomar el diálogo. Y mesiento muy identificado con esta parte: “Es que así como en las relaciones empáticas cualquier cosa que hagas o digas la otra parte la recepciona en sentido positivo, con las relaciones sin empatía es exactamente lo opuesto. Hagas lo que hagas, te esfuerces en hacer lo que imaginas que puede gustarle al otro, el mayor número de veces (aún cuando te esfuerzas) es percibido en manera negativa o, al menos, con algo para corregi”. Muchas gracias hermano!

  4. Grazie Gustavo, quello ke descrivi, le modalità di descrizione credo siano il presupposto fondamentale ke porta al dialogo ed alla costruzione di una Comunità nuova. Ke merito ne avremmo se dialogassimo solo tra “empatici”..Purtroppo oggi nn è così e necessita creare occasioni di dialogo e costruire come hanno fatto gli uomini/donne più sapienti nella storia. Grazie della riflessione. Bna serata Stefano

  5. Gusti tal cual…y quizas ese bordado sea el q cada uno tenga q ir haciendo con el punto q le toque hacer facil o dificil….me encanto gracias

  6. Gracias Gustavo !!! Muy fuerte lo que dices y preguntas !!??? Dèonde estèa tu hermano !!!? Me ha funcionado bastante rezar por el “Enemigo” (siendo que el enemigo es el hecho, no la persona) y Jesèus ha movido sus corazones e, increèible, pidieron disculpas.

  7. Gracias Gustavo!!
    Tus escritos son siempre edificantes!!
    Siento que con este has puesto sobre la mesa un tema de gran actualidad: la necesidad de desarrollar la capacidad empática si creemos y queremos contribuir a la fraternidad universal.
    Gracias por tomar la iniciativa y donarnos tu experiencia en este relato que puede constituírse en un disparador de reflexión sobre el tema de la empatía en diversos contextos formativos para el aprendizaje de “Fratelli tutti”.

  8. beh per fortuna nel mio caso tu sei una persona che mi ha amato cosi’ a fondo che mi sono trovato per forza ad essere in empatia con te 🙏 prego per te e per quelle volte in cui non e’ cosi’.

  9. .. Che dono immenso il tuo “Ricamo”!, Grazie. La raccolta dei centesimi che tu incoraggiasti continua e ad oggi ha fruttato novemila euro tutti donati. Per Foco con l’aiuto di Marco Fatuzzo abbiamo pubblicato una Antologia di pensieri di 540 pagine e ora stiamo trascrivendo in word 450 editoriali che Foco ha scritto su Città Nuova. A nche su questa pagina realtà c’è il tuo “Ricamo” la tua benedizione. Lo ricordi? T. V.B.

  10. Buenos días estimado GUSTAVO..¿ DONDE ESTÁ TU HERMANO??gracias también para ti Bendecido Domingo!!🙋‍♂️😄💫UNO

  11. Siento que las relaciones empáticas siempre son bien recibidas y nos sentimos contentas en cambio cuando no hay empatía hay que aceptarlas tal como son, entenderlas, he conocido personas que se alejan de ellas, porque sienten que ese ser le hace daño, emplean palabras muy duras,conozco una amiguita que me dice contigo nunca me he molestado,tu nunca me has mirado mal,ni hemos peleado siempre conversas conmigo, y agrega las otras son pleitistas, malas.le animo diciéndole no te amargues ni sufras, Dios es nuestro consuelo, perdona.
    Me encantó tu relato que hasta me hizo recordar y plasmar estos momentos. Felicitaciones Gustavo eres un buen escritor.

  12. Qué lindo, Gustavo. Hermosas reflexionen. Aprovecho y te digo que la palabra perdón es una de las que más se escuchan en mi casa. Me enorgullece.

  13. Gracias Gustavo. Una tercera opción muy intelligente e ideal. Con las que no hay empatia el Ideal nos invita a amarlas el doble… una divina aventura!

  14. Sono d’accordo con te, in massima parte..è tutto parte di un ricamo, davvero,nulla accade per caso e l’empatia è il mezzo che possiamo usare, un metodo, per fare l’Esperienza in maniera consapevole..anche chi non è empatico fa l’Esperienza su questo pianeta e i nostri destini sono tutti incrociati..la differenza consiste nel fatto che noi, magari, ci evolviamo, facciamo una esperienza avanzata grazie all’empatia..loro una esperienza distruttiva, egoistica ed egoica.. ma appunto fanno parte della nostra esperienza..certo è che la vita su questa terra segue regole molto precise, non c’è spazio per l’egoismo ma per il noi, proprio perché avvertiamo “qualcosa” di profondo che ci unisce in un destino comune..chi non segue le regole di questa vita terrestre, gioiosa, generosa, solidale ed empatica, è semplicemente un disadattato, è fuori luogo, e quindi bisogna compatirlo e sperare che capisca la regola e faccia bene la sua esperienza, ma solo lui può farlo, né tu né io possiamo farlo al suo posto…un conto è sentire da qualcuno cos’è il dolore, un conto è sperimentare una martellata su un piede! C’è una bella differenza!

  15. Bellissimo messaggio… Grazie Gustavo… Mi piace la terza opzione… Grazie ancora. Con affetto in Gesù ❤️. Pippo

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